In un periodo in cui si parla sempre di prevenzione in ogni settore in particolare in quello sanitario, mi faccio due domande. Il freddo ormai è arrivato e il termometro viaggia allegramente sotto lo zero senza chiedere il permesso a nessuno. Le strade in discesa sono dotate di sale, le macchine sono equipaggiate di pneumatici da neve e di catene già dal 12 novembre ( periodo in cui le temperature superavano facilmente senza vergogna ancora i 22°). I display delle macchine segnalano con luci a intermittenza le inquietanti temperature! Segnalazioni meteo per rischio neve compaiono ovunque alla radio e su cartelloni autostradali.
Ancora non nevica a bassa quota ma il pavimento è evidentemente scivoloso in diversi punti. Trovo a questo punto assolutamente senza senso e semplicemente assurdo andarsene tranquillamente e talora anche spavaldamente in giro su veicoli a 2 ruote, moto, motorini e biciclette ma anche con scarpe non adatte ovvero con la suola in cuoio e magari anche con i tacchi alti.
In studio vedo arrivare pazienti con il casco e ancor più spesso vestiti non adatti a queste temperature, pantaloni di cotone leggerissimi, calze di nylon, scarpe lisce con la suola in cuoio. E mi sembra di essere considerata noiosa e talora anche apprensiva ma invito tutti a pensarci bene. Scivolare è facilissimo non dovrebbero servire cartelli con scritto “wet floor ” per rendercene conto eppure tristemente mi rendo conto che il buon senso sembra aver abbandonato il nostro pianeta.
Il pronto soccorso pullula di persone con l’influenza, ingolfando un sistema sanitario che dovrebbe funzionare in altro modo. Ma sul serio dovremmo arrivare a un vero proprio divieto di andare in motorino o con il tacco 12 quando il termometro viaggia intorno allo zero, prima di cambiare le nostre abitudini? Abbiamo bisogno di poliziotti che non solo ci facciano il palloncino e controllino i pneumatici sull’autostrada ma che ci facciano scendere dalla bici e dai tacchi in città, magari dandoci la multa?
Inutile aggiungere che ai pazienti anziani con difficoltà di equilibrio è consigliabile limitare il più possibile le uscite e magari accompagnarli fuori. Ricordo inoltre che esistono dei ramponcini piccolissimi che si adattano alle scarpe comuni e che possono facilmente essere portati in borsa. Possiamo vestirci a strati e cambiare scarpe, calze e magari indossare cravatta, camicia e giacca direttamente sul luogo di lavoro. Basta essere organizzati e pensarci prima.
Ma come sempre siamo di corsa, corriamo sempre dietro alle cose da fare, ma la verità è che corriamo dietro al nostro personale profitto e immagine di noi stessi, è sempre la nostra idea di rendimento che ci fa correre all’impazzata senza pensare alle conseguenze. Una frattura di polso, di gomito, di spalla o di femore pensate non sia un problema perchè tanto paga la cassa malati o la vostra assicurazione infortunio?
Ebbene ho trattato pazienti con una frattura di spalla da caduta accidentale che non hanno più potuto riprendere la loro attività lavorativa per le gravi conseguenze e le numerose operazioni. Pensate ancora che sia un problema che non vi riguarda? La salute non ha prezzo, non amo le informazioni fatte esclusivamente per spaventare le persone e renderle talmente vulnerabili da correre in pronto soccorso per poche linee di febbre, ma ritengo si debba fare un lavoro su se stessi, rallentare e imparare come la natura ci insegna ad adattarci alle condizioni esterne con il nostro innato buon senso.
Pensiamo sempre di poterci fermare quando lo decideremo noi ma, esattamente come i dipendenti dall’alcol e da varie sostanze, non siamo in grado di capire di essere dipendenti dalle nostre abitudini e dalla nostra personale avidità. Cambiare non significa essere deboli ma elastici, come il bamboo possiamo piegarci ma non romperci e imparare a modificare velocemente le nostre abitudini in base alle condizioni esterne: quale mezzo di trasporto usare, come vestirsi, cosa è meglio mangiare e bere.
E allora come dice Confucio anche noi potremmo dire “Venga pure l’inverno che pini e cipressi non perdono le foglie“