Nei corsi che ho tenuto sulla medicina cinese e sull’utilizzo dei meridiani in ambito fisioterapico mi sono soffermata spesso sul concetto, ormai per me fondamentale e consolidato non solo dallo studio dei testi ma anche dall’osservazione costante dell’ambiente dove viviamo, che le leggi dello yin e dello yang, così come la legge del 5 non sono solo filosofia ma si applicano alla materia tutta e questo avviene a nostra insaputa ad ogni istante.
Viviamo in esse senza vederle, la tecnologia ci consente di aver capito bene come si contraggono i muscoli, come si inseriscono i tendini sulle ossa, come si muovono le articolazioni tra di loro e come l’intero corpo le cellule sia un network bioumorale sofisticato e ogni singola cellula un microsistema capace di produrre ATP ovvero energia.
Conosciamo una moltitudine di dettagli che hanno quasi del miracoloso e nei quali è facile perdersi studiandoli. Quello che ormai non sappiamo più è come riconoscere e osservare le grandi leggi sottostanti che appunto governano l’intera materia.
L’archetipo del nodo, come mi è piaciuto chiamarlo, è un concetto molto semplice che nasce appunto dall’osservazione di un meccanismo fisico che tutti avrete potuto osservare almeno una volta nella vita. Che si tratti di nodi nei capelli, di nodi di un filo di lana o di un filo elettrico oppure di un groviglio di una canna dell’acqua il fenomeno è sempre lo stesso: se tentate di tirare procedendo come se niente fosse il nodo si stringe e non ne verrete a capo senza essere costretti a fermarvi di fronte a un groviglio da mettersi le mani nei capelli a maggior ragione se il nodo si trova nei capelli (e su questo sono esperta).
L’unico modo per affrontare un nodo è fermarsi e allentarlo, fare spazio tra le maglie, con calma e pazienza; un po’ alla volta il nodo si allenta e mostra la sua via di uscita che compare a un certo momento quasi magicamente e inaspettatamente.
Ecco, questo fenomeno del nodo avviene sul piano fisico su tutte le strutture filamentose e quindi anche sulle fibre muscolari e anche se meno frequentemente sulle fibre tendinee e legamentose e il principio base della miofibrolisi si basa proprio sulla eliminazione di questi nodi.
Sul piano emotivo esiste un fenomeno analogo; le emozioni possono annodarsi nel vero senso della parola, prima tutto andava bene, poi le persone e le situazioni sono le stesse di sempre ma tutto si ferma. Si inceppa il sistema. Siamo pronti in un istante a darci un taglio! A mandare tutto a carte e quarantotto! Riaffiorano poi emozioni vecchie e vissuti analoghi e si buttano nella mischia. Ci si butta facilmente nello sconforto senza riconoscere che si tratta semplicemente di un nodo, che basta allentare la presa.
Basterebbe solamente allentare la nostra presa di posizione, la morale, le convinzioni sociali di ciò che è bene e ciò che è sbagliato, e semplicemente abbandonare la nostra personale idea di come stanno le cose e quindi il nostro giudizio sul fatto. Basta un solo vero momento di questa nuova presa di coscienza e in un istante ancora più magico e veloce di prima ci allontaniamo nel vero senso della parola e lo spazio che si genera tra noi e la nostra emozione annodata di prima, svanisce come la neve al sole, come se non ci fosse mai stata.
Non dico che sia facile: la tendenza di fronte a un nodo è quella di tirare e di arrabbiarci esattamente come fanno i bambini. Quanta meno energia abbiamo in corpo e quanta più ne avremo consumata per svolgere le nostre mansioni, quanto più saremo presi dallo sconforto davanti ai nostri nodi emozionali.
Può sembrare troppo semplice; molti vogliono sapere se il nodo si forma perché gira a destra al posto che girare a sinistra, insomma vogliono capire il meccanismo del nodo, oppure si affezionano a questo stato di sofferenza e rifiutano la semplice possibilità di liberarsene. Entrambi questi soggetti sono convinti delle loro idee e difficilmente la cambieranno leggendo.
Altri invece hanno sperimentato e sentito chiaramente quello che ho descritto perché lo hanno vissuto sulla loro pelle in prima persona e anche se per un solo istante lo hanno capito non solo con la mente ma con ogni singolo atomo di loro stessi.