Se è vero che con l’attesa di un figlio, in passato la possibilità di mettersi in malattia per tempi biblici con la semplice frase “gravidanza a rischio” era quasi diventata una prassi, oggi mi sembra soprattutto in Ticino di vedere una tendenza che mi pare sia pericolosamente quasi opposta.
Mi capita infatti di vedere giovani donne che evitano di chiedere al loro medico curante una riduzione dei tempi lavorativi negli ultimi mesi e talora faticano anche a chiedere la sospensione lavorativa nelle ultime 4 settimane. Tutto questo per poter godere della pausa maternità il più a lungo possibile dopo la nascita.
E’ come se si facesse finta di niente, a testa bassa il mantra sembra essere “tiriamo avanti il più possibile”; la gravidanza non è una malattia ma non è neanche “niente”. Indipendentemente dal tipo di lavoro seduto o meno, nell’ultimo decennio si assiste alla presenza di ritmi lavorativi vertiginosamente crescenti, mentre durante una gravidanza succede invece una sorta di rallentamento, bisogna rallentare, trovare il tempo per ascoltarsi e prepararsi a questo meraviglioso e complicato evento che si chiama “nascita di un essere umano”.
Al di là della stanchezza fisica quello che non consideriamo è che tutto ha un prezzo da pagare: arrivare troppo stanchi e psicologicamente esauriti non aiuta il parto ne tantomeno il post parto, momenti che richiedono una grande energia sia fisica che psichica.
Se è vero che si può chiedere la paternità per aiutare la propria moglie o compagna è vero anche che il supporto a una donna con un neonato e i giorni di maternità anche nella totale normalità non sono mai abbastanza, soprattutto se lontana dai propri genitori o da un nucleo famigliare che la sostenga.
Sono inoltre ancora pochissimi i medici generici e ginecologi al corrente della possibilità di praticare l’agopuntura completamente gratuitamente ovvero con un rimborso completo da parte della cassa di base. Se la paziente chiede loro informazioni a questo specifico riguardo, spesso gli specialisti ginecologi non sono in grado di rispondere in modo specifico e dare informazioni chiare.
Questo avviene in Ticino per lo piu perchè negli ospedali o servizi sanitari cantonali, l’area dedicata all’ agopuntura è normalmente gestita da terapisti complementari e da medici agopuntori che fatturano esclusivamente con le casse complementari e non sotto la cassa base; in questa maniera la prestazione di agopuntura, al posto di essere totalmente a carico dalla cassa di base come spesa sanitaria risulta a carico della paziente per il 25% nel migliore dei casi fino al 100% nel peggiore.
Credo che l’esperienza positiva delle donne che affrontano le fasi difficili della gravidanza con l’agopuntura dovrebbe essere considerata nella sua interezza. Infatti non si tratta solamente di trattare con efficacia e senza farmaci disturbi frequenti come la lombalgia, la stitichezza e la nausea gravidica, ma anche e soprattutto ridurre la stanchezza, migliorare la qualità del sonno e ridurre l’ansia della paura del parto.
E se ancora questi effetti terapeutici non fossero abbastanza per stimolare l’attenzione ad una pratica millenaria come l’agopuntura ricordo che un buon trattamento favorisce il raggiungimento del parto naturale allo scadere del termine, la riduzione dei tempi di travaglio e soprattutto, incredibile ma vero, una particolare tranquillità del neonato. In termini di risparmio di spesa sanitaria ma anche in termini di salute fisica e mentale tutto questo si traduce in un bel guadagno.
Per la mia modesta esperienza ritengo che questi benefici dal punto di vista psichico e generale della neo mamma non siano di poco conto. Credo fermamente che il modo di venire al mondo come il modo di lasciarlo siano molto rappresentativi della civiltà di un popolo. E per questo motivo si dovrebbe insistere sulla proposta sistematica del trattamento di agopuntura nelle ultime 4 settimane di gravidanza a scopo preventivo e come tutela delle mamme che, oggi più che mai, devono tornare operative il più velocemente possibile.