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Cefalea a grappolo in fase iperacuta: l’insostituibile efficacia dell’agopuntura

Published by Catherine Bellwald at 12 Agosto 2019

La cefalea a grappolo, detta anche “cefalea del suicidio” è una specifica cefalea che colpisce mezza testa o volto come l’emicrania  e come questa si ritiene abbia una componente vascolare. A differenza della classica emicrania con la quale comunque talora si associa, la cefalea a grappolo si scatena in breve tempo e spesso dura un tempo limitato, si tratta di violenti attacchi dolorosi da cui il nome “grappolo”, attacchi che spesso si presentano alla stessa ora, oppure in specifici periodi dell’anno.

Il sesso maschile è normalmente piú colpito, il dolore è molto acuto nella scala del dolore raggiunge l’insopportabile come quello di una pulpite acuta, infatti si ritiene che il nervo trigemino sia coinvolto, il dolore acuto o iperacuto si associa spesso a sintomi di paralisi oculoparasimpatici ovvero ad un’alterazione della risposta simpatica dell’occhio che si presenta leggermente chiuso, lacrimante e con la pupilla ristretta. Il dolore spesso orbita intorno agli occhi oppure sul restante mezzo volto.

Questa breve spiegazione  per presentarvi un giovane uomo di 36 anni recentemente arrivato nel mio studio; la sua storia è raccontata brevemente dalla sua compagna Sara che lo accompagna amorevolmente ad ogni seduta.

Un racconto che vuole essere un dare una speranza ad altre persone, lo potete leggere cliccando su questo link

Purtroppo la casistica di questa malattia non è abbastanza alta e quella che infine arriva da un agopuntore è ancora piu bassa per consentire un’analisi diversa dal singolo caso clinico che mi accingo a presentarvi.

Dalla lettura del racconto di Sara e ancora di più dalla raccolta della sua storia emerge in prima istanza la gravità del dolore, un dolore così lancinante che portava  Francesco a picchiarsi la testa contro il muro, a correre innumerevoli volte al pronto soccorso senza trovare soluzione, a provare farmaci estremamente forti prescritti sotto attacco con tali effetti collaterali da spaventarlo a morte; in sintesi: a non trovare nel corso di 3 anni sollievo dalle diverse proposte terapeutiche indicate dai vari neurologi consultati.  La ragione per la quale in questi casi l’agopuntura venga ancora totalmente ignorata dagli specialisti neurologi e non considerata come possibilità terapeutica è inspiegabile. Non ci sono evidenze concrete neanche dei farmaci proposti. Sono proprio loro, i pazienti ed i loro congiunti, a stupirsi per primi di come mai nessuno  raccomanda questo approccio medico.

Quando il paziente, come  in questo caso dopo 10 sedute, arriva dicendo che il suo dolore si è trasformato in un disturbo di lieve entità che arriva esclusivamente al risveglio, e che non ha proprio più niente a che vedere con l’intensità del dolore che viveva prima di iniziare il trattamento, dolore che gli rubava la vita diurna, impedendogli di lavorare, e la vita notturna, impedendogli di dormire. Vederlo con entrambi gli occhi aperti devo dire che è stato un gran piacere nel quale confidavo molto.

Devo ovviamente ammettere che non su tutte le cefalee a grappolo i risultati sono stati così soddisfacenti ma è giusto fare due considerazioni. La prima è la giovane età del soggetto, fattore importante per la quantità di energia di cui disporre, non che non si possa avere un buon risultato con pazienti non giovani ma la quantità di energia in gioco è utile e potenzia il trattamento.

La seconda è la recente acutizzazione del dolore. Il dolore del paziente era diventato più acuto e quotidiano  da poco più di due mesi, quindi nonostante fosse un problema già presente da 3 anni con una possibile componente costituzionale, era diventato insopportabile da relativamente poco tempo in concomitanza con importanti fatiche fisiche e psichiche.

La terza considerazione che ritengo  fondamentale  è quella che il dolore era così importante da avere la precedenza su tutti gli impedimenti ecco che ho potuto richiedere 2 sedute alla settimana continuative nonostante il lavoro nuovo e la lontananza come residenza. Oggi curare è spesso ostacolato dai numerosi impegni e la continuità e la frequenza maggiore di una volta alla settimana vengono purtroppo facilmente rifiutati e considerati impossibili.

Non voglio affatto illudere il paziente che la situazione ormai sia definitivamente risolta, non lo dico con nessuna cefalea severa, si tratta di un anello debole della nostra costituzione sulla quale sarà necessario continuare a vigilare e trattare al meglio anche in corso di benessere. Dieta e stile di vita saranno un sostegno da non trascurare mai.

Quello che però è fondamentale è che adesso sia Francesco che Sara sanno che esiste un aiuto valido su cui fare affidamento senza effetti collaterali temibili.

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