La Quinta stagione è per la Medicina Cinese una stagione composta da 4 periodi dell’anno; il primo in Gennaio “Chou”, come periodo di transizione dall’inverno alla primavera, il secondo in Aprile “Chen” come periodo di transizione dalla primavera all’estate, il terzo in Luglio “Wei” come transizione dall’estate all’autunno, e infine l’ultimo in Ottobre “Shù” come transizione dall’autunno all’inverno.
Ognuna delle 4 classiche stagioni è quindi preceduta da un periodo di transizione dove le caratteristiche climatiche appartengono ancora alla stagione precedente a quella nella quale si transita. Nel calendario Cinese sono incluse nella stagione e non separate, Ottobre è incluso in autunno.
Ogni stagione, per il calendario cinese come per l’orologio cinese, segue tempi diversi rispetto a quelli noti nella tradizione occidentale. Ogni stagione del calendario cinese infatti inizia molto prima rispetto al nostro calendario. La Primavera in Febbraio con l’inizio dell’anno, l’estate in Maggio, l’autunno in Agosto e l’inverno in Novembre.
Ogni stagione nasce quindi circa un mese prima e arriva a maturazione e alla sua massima espressione nel momento nel quale si considera iniziare in occidente. A Marzo per la primavera, a Giugno per l’estate, a Settembre per l’autunno e a Dicembre per l’inverno. La quinta stagione precede ogni stagione ancora di 2 decadi e quindi la troviamo ancora prima, Ogni quinta stagione, Gennaio, Maggio, Agosto e Ottobre non si differenzia dal punto di vista climatico dalla stagione nella quale è inclusa, anzi la rappresenta in un certo senso al suo massimo. Ottobre è quando tutti percepiscono l’autunno nella sua bellezza di foglie gialle e rosse senza sapere che rappresenta la sua transizione verso l’inverno.
Tutte le 4 fasi della quinta stagione sono collegate all’elemento Terra e agli organi Stomaco-Milza, le classiche gastriti stagionali di Aprile e Ottobre che definiamo di primavera e di autunno sono in realtà il segno della possibile fragilità di questa coppia di organo- viscere. Molte gastroenteriti di Luglio, di Gennaio e di Ottobre possono anche loro essere interpretate come una debolezza di questo funzione centrale. Ricordiamo che l’epidemia di influenza è quasi sempre attesa in Gennaio. Ma anche la semplice stanchezza e la difficoltà di mettersi a dieta.
La Milza è un organo che ama il dolce e si consola con esso ma non lo sopporta affatto nel suo eccesso e si affatica ancora di più. La Milza è un organo yin ma rappresenta il cuore del fuoco digestivo senza il quale l’energia nutritiva non può raggiungere gli arti ovvero non può trasformarsi in azione. La Milza è l’organo che più facilmente si stanca con la fatica di una giornata pesante e con il troppo pensare o preoccuparsi. Si rigenera facilmente con il riposo e l’energia nutritiva corretta. Si tratta di una sorta di pila che facilmente possiamo ricaricare tornando a casa quando siamo in salute.
Quando la Milza è in deficit in maniera cronica è come se non riuscissimo più a trarre un nutrimento da quello che ci circonda, dal mondo dove lavoriamo, dalla famiglia a cui apparteniamo, dagli amici che frequentiamo. Quando questo senso di mancato nutrimento si consolida nel tempo, viviamo una sorta di insoddisfazione perenne che può diventare malinconia e in seguito anche vera e propria depressione.
Si dice che la Milza rappresenta come il centro della digestione e del corpo e della terra intesa anche come valori sociali e quando essi non ci rappresentano la Milza si indebolisce, il nutrimento viene a mancare e cosi l’energia di tutto il corpo e della mente. Come emozione secondo il Sowen danneggiano fortemente la Milza sia l’oppressione che la pena così come l’eccessiva rimuginazione mentale. Quando questo avviene l’energia della Milza si blocca ovvero perde la sua capacità che è quella di discernere; non siamo più in grado di analizzare in maniera corretta la situazione e perdiamo la consapevolezza di ciò che ci accade e di conseguenza il modo di uscirne.
Cosi come la Milza debole non sarà in grado di digerire il cibo fisico soprattutto se freddo, troppo dolce o pesante, anche sul piano emozionale non sarà in grado di digerire gli eventi che ci circondano soprattutto quando si complicano e non sono armonici. Tutto diventerà molto più faticoso e pesante. Sarà fondamentale per sollevare questa stanchezza e questo freddo interno che tenderà alla depressione, che si scelgano innanzitutto cibi caldi, semplici, come riso, polenta, fiocchi di avena possibilmente preparati con amore a casa.
Ricordiamo che la Terra elemento di questo organo è la Madre ed è colei che nutre e coccola amorevolmente. Sul piano emozionale è importante circondarsi da altrettante situazioni nutritive e semplici, poche parole, poche riflessioni mentali, poca confusione, una passeggiata all’aria aperta, la cura delle piante, affetti sinceri e attività non ginniche o troppo faticose ma che sentiamo esserci di nutrimento interno come lo yoga nidra o lo yoga meditativo.
Infine la regola più importante è che quell’affetto materno di cui abbiamo bisogno come dell’aria siamo noi ad offrircelo con attenzioni e gesti di benevolenza continui, sorrisi e accettazione reale dei nostri limiti e dei nostri difetti come farebbe una mamma con il suo piccolo.