In Cina e in tutti i corsi di medicina cinese l’azione cicatrizzante dell’agopuntura è sempre menzionata e sottolineata come grandemente efficace. Mi ricordo ancora nel mio tirocinio a Nanchino come frequentemente si usava sulle lesioni cutanee a difficile cicatrizzazione la tecnica del surrounding neddles. Tecnica che non richiede alcuna conoscenza dei meridiani in quanto consiste semplicemente nel posizionare gli aghi intorno alla ferita o cicatrice da stimolare.
Nel caso che vi presenterò la paziente aveva subito un trapianto di pelle per facilitare la guarigione di una ferita chirurgica in un quadro di paraplegia di tipo post traumatico da lesione mielica. In questi pazienti la mancanza di innervazione periferica è spesso responsabile di gravissime turbe della circolazione sanguigna e di grandi difficoltà di cicatrizzazione soprattutto alle estremità.
Al primo incontro nonostante fossero passati già 12 mesi dall’incidente e 8 mesi dall’intervento di chirurgia plastica mi ricordo che la paziente proteggeva la ferita con un cerotto spesso capace di ammorbidire l’impatto della pressione della scarpa ortopedica . La ferita era arrossata e la pelle intorno alla cicatrice perimalleolare risultava estremamente sensibile soprattutto dopo brevi esercizi di deambulazione. Dopo 3 trattamenti mi sono subito accorta che la pelle intorno alla cicatrice era meno sensibile permettendo alla giovane paziente di non usare più il cerotto protettivo.
Ho così continuato ad associare ai trattamenti di tipo antalgico della caviglia e del coccige, vera motivazione del trattamento anche un sistematico e specifico trattamento della cicatrice perimalleolare con la tecnica del surrounding neddles.
Peccato non aver fotografato da subito la cicatrice e non avere uno strumento fotografico raffinato per consentire la valutazione della profondità della stessa per documentarla in maniera precisa. Lentamente la cicatrice seppur di vecchia data si è resa sempre più chiara ovvero con una pelle non diversa da quella del resto della gamba e più resistente alla pressione della scarpa anche durante esercizi di deambulazione prolungati e ripetuti. La sensazione era che gradualmente le pieghe invaginate della cicatrice si stessero lentamente rimpolpando attraverso un nuovo tessuto di granulazione sottostante.
Su ferite recenti il risultato è molto più evidente e percepito rapidamente dai pazienti come una miglior circolazione sanguigna locale, con veloce riduzione dell’edema sottostante e riassorbimento del rossore e infiammazione tessutale. Su una cicatrice complessa come questa, il risultato ottenuto in 4 mesi di lavoro è stato comunque superiore alle aspettative attese e la riduzione del fastidio e del dolore della caviglia percepito durante gli esercizi di deambulazione un fattore positivo che rinforzava la capacità reattiva della paziente per affrontare i duri trattamenti riabilitativi e le difficoltà della sua disabilità.
Un trattamento quello dell’agopuntura nei pazienti neurologici spesso sottostimato ma che in Cina vede grande consensi anche sotto il profilo neuromotorio e che in questo specifico caso è stata la giovane paziente a richiedere di sua iniziativa per calmare la coccigodinia che non le dava pace nelle lunghe ore da passare in posizione seduta e che mal rispondeva alla terapia farmacologica.
Sarebbe importante poter offrire i benefici dell’agopuntura in maniera sistematica a chi lo desidera sia per limitare il dolore, che per facilitare le cicatrizzazione complesse dei pazienti paraplegici, direttamente nei centri di recupero e nelle unità spinali supportando il lavoro riabilitativo in maniera complementare anche sotto il delicato aspetto psicologico.