Vitamina D e patologie della sfera interiore

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Termini e Condizioni
La vitamina D e nello specifico la Vitamina D3 ( colecalciferolo) ha iniziato il suo utilizzo sistematico nella terapia dell’osteoporosi affiancata al Calcio da diversi decenni per la sua capacità di migliorare l’assorbimento intestinale sia di calcio che di fosforo. Recentemente si consiglia anche la sua associazione con la Vitamina K2 (menachinone) per migliorare l’utilizzo del calcio da parte dello scheletro e limitare invece la calcificazione vascolare come possibile effetto secondario della temuta ipercalcemia.
La vitamina D è chiamata l’ormone del sole in quanto la sua produzione naturale avviene grazie ai raggi solari e la sua azione è stata paragonata a quella di un ormone. Infatti la Vitamina D agisce su diversi tessuti fra cui quello osseo e muscolare che aiuta nel suo sviluppo e trofismo tissutale. Agisce inoltre rinforzando il sistema immunitario, si ritiene riduca l’infiammazione e contribuisca a regolare diversi neurotrasmettitori quali dopamina, serotonina e noradrenalina favorendo il benessere psichico.
Sia in ambito oncologico che nella medicina antiaging esiste un grande interesse verso questa sostanza erroneamente chiamata vitamina, in quanto le vitamine non sono per definizione prodotte dall’organismo ma assunte tramite la dieta. Si ritiene che la sua carenza sia correlata con una maggior incidenza di sviluppare tumori ma la sua integrazione non abbia evidenziato una ridotta possibilità di ammalarsi di cancro ma possa però rallentarne lo sviluppo e le metastasi. Anche l’aumentato rischio di mortalità è stato correlato con un riscontrato deficit di vitamina D.
Da alcuni anni è sempre più comune chiedere i valori di vitamina D nel sangue come parametro di salute e di possibile integrazione e correzione. Si è così osservato che nei pazienti affetti da depressione del tono dell’umore e patologie croniche e autoimmunitarie i valori di vitamina D sono spesso carenti e insufficienti.
Molti esperti di medicina antiaging considerano fondamentale la supplementazione di vitamina D 3 anche a dosi sostenute mentre la sua somministrazione non è ancora raccomandata ufficialmente in assenza di un deficit conclamato.
In questo post vorrei riflettere sul significato della Vitamina D3 in senso piu ampio possibile esulando dal suo limitato utilizzo terapeutico. La carenza di Vitamina D che riscontriamo nei pazienti con patologie infiammatorie croniche oppure acute potrebbe essere il segno di un aumentato consumo interno oppure il segno di un’incapacità del corpo di produrla, conservarla e utilizzarla adeguatamente. La questione è ancora aperta e in attesa di risposte sul profilo biochimico.
E’ curiosa a mio parere l’idea che il corpo umano in un certo senso si nutra di luce nel vero senso della parola. Come con gli alimenti infatti i raggi solari si possono metaforicamente trasformare in vitamina D. Alcuni soggetti, pur esponendosi al sole regolarmente, ne restano carenti. E’ come se fossero incapaci di usare la luce e di farla entrare in profondità, come se restassero nell’ombra internamente nonostante il sole brilli fuori incessantemente per tutti gli esseri della terra. Nella medicina Egizia e Spagyrica, gli Astri svolgono funzioni per la terra e per gli organismi viventi tutti. Il sole è sul centro della sequenza caldaica ed è collegato al cuore, organo di fuoco per eccellenza.
Non è un caso se tutto il corpo riceve sangue e nutrimento grazie all’azione centrale e fondamentale della pompa del cuore, non è un caso se i meridiani collegati all’elemento fuoco sono 4 anzichè 2 come per gli altri elementi. Non è ancora un caso se tutte le emozioni in eccesso vanno alla fine a ricadere sul cuore. E nuovamente non è un caso se nella medicina cinese il cuore in senso evolutivo è il desiderio di condividere e di compiere il nostro destino, il concetto di restituire e donare i nostri talenti come percorso e senso della propria esistenza terrena. Questo è possibile solo attraverso una chiara e lucida visione delle nostre capacità e delle reali necessità, senza sprechi, senza esibizionismi ma con la naturalezza con la quale un sasso buttato nell’acqua crea un cerchio grande esattamente in proporzione al suo peso specifico e spessore interiore, ne più ne meno, come il suo simbolo potrebbe farci intuire.
Al cuore non si mente. Il sole poi come simbolo è un cerchio con un punto al centro, un simbolo che rappresenta esattamente la questione in essere. Senza un centro stabile e strutturato al nostro interno, inamovibile direi, non possiamo sviluppare il cuore, non possiamo scaldare e brillare, non posiamo volgere il nostro sguardo all’orizzonte, che neanche vedremo, ma solamente a noi stessi in cerca di approvazioni e consensi; esattamente il significato contrario del suo bellissimo simbolo.
Perché dovrebbe stupirmi il fatto che una persona senza uno stabile centro interiore, abbia perso i suoi orizzonti, perché dovrebbe stupirmi che questo disagio si possa riflettere nel suo corpo con un incapacità di vibrare in sintonia con il Sole e con i suoi raggi UV e con tutte le reazioni chimiche che seguono a catena. Guardando le patologie croniche come un risultato di un disagio interiore, possiamo pensare che la comune deplezione di vitamina D potrebbe essere non il risultato delle stesse inteso come aumentato utilizzo secondario a fattori ossidativi e infiammatori ma l’esatto contrario, ovvero la prima manifestazione del disagio interiore; un incapacità di produrre Vitamina D, un’incapacità di vederlo e sentirlo sulla pelle e farlo entrare questo sole.
Che le malattie possano maggiormente instaurarsi su un terreno di questo tipo non dovrebbe stupire, che si possa aiutare il benessere e la salute in senso lato attraverso l’esposizione al sole e attraverso una predisposizione interna alla condivisione della nostra profonda gioia di vivere neanche. Per quanto riguarda la Vitamina D3 e il suo utilizzo terapeutico, credo ci siano ancora da approfondire molti aspetti sia per regolare il dosaggio a lungo termine che il dosaggio in casi di infezione acuta. I suoi benefici purtroppo rischiano di essere poco considerati e studiati e quindi grandemente sottostimati a favore di farmaci di nuova generazione forse piu sostenuti dalle case farmaceutiche produttrici.